|
|||
Manifestazione
pubblica delle Forze dell’Ordine
In
piazza, a Genova, in difesa della legalità e della nostra dignità
di
Roberto Martinelli
Circa seicento appartenenti alla Forze dell’Ordine provenienti da
tutto il Nord Italia hanno sfilato, sabato 12 febbraio, per le strade di Genova
in difesa della legalità ma soprattutto per la dignità di chi quotidianamente
opera nelle strade e nelle carceri, di chi è al servizio della collettività 24
ore su 24, 365 giorni all’anno, a garantire la sicurezza e la difesa dell’ordine
pubblico.
Alla
manifestazione nazionale – la prima nel suo genere -, promossa e organizzata nei
minimi dettagli dalla segreteria generale e da quella regionale ligure del Sap,
Sindacato autonomo di polizia, hanno aderito anche i poliziotti penitenziari del
Sappe, in servizio nei penitenziari di Genova Marassi e Pontedecimo, i colleghi
del Siap, Sindacato italiano appartenenti polizia, del Sapaf, Sindacato autonomo
polizia ambientale forestale, delle rappresentanze sindacali autonome dei Vigili
del Fuoco e della Polizia Municipale.
Presenti le delegazioni del Sap provenienti dalle altre province liguri, da
Torino, Milano, Piacenza, Alessandria, Massa Carrara e Roma.
Una
straordinaria dimostrazione di unità, insomma, per la salvaguardia dei livelli
di sicurezza del Paese e le dignità e le professionalità delle Forze
dell’Ordine, la cui ottima riuscita è tutto merito dei dirigenti sindacali del
Sap Giovanni Paladini, segretario nazionale, Salvatore Marino, segretario
regionale ligure, delle colleghe e dei colleghi della segreteria provinciale Sap
di Genova.
Non è
stata casuale la scelta del capoluogo ligure per la manifestazione del Sap. Alla
fine di gennaio, alla stazione ferroviaria di Genova Principe, si verificarono
gli scontri tra i cosiddetti ”giovani” dei Centri sociali e i poliziotti del VI°
Reparto Mobile in servizio di ordine pubblico, a seguito dei quali si assistette
ad uno stillicidio di commenti e di prese di posizione (anche da parte del
Ministro dell’interno Bianco) critici, in sostanza, verso l’operato della
polizia in quella situazione.
Proprio le ingiuste critiche ricevute dai poliziotti hanno determinato la presa
di posizione del Sap, alla quale ci siamo aggiunti anche noi del Sindacato
autonomo di polizia penitenziaria – Sappe e gli operatori delle altre Forze
dell’Ordine a dimostrazione di un evidente e diffuso malessere tra chi
quotidianamente è chiamato a garantire la salvaguardia dell’ordine pubblico e il
rispetto delle leggi dello Stato. Una protesta civile e democratica di chi vuole
avvalersi degli strumenti della democrazia, e cioè il diritto di critica ai
poteri costituiti, contro questo modo di concepire la politica dell’ordine
pubblico senza direttive precise, senza supporti legislativi chiari e adeguati.
Molto
chiaro, al riguardo, il volantino diffuso dal Sap durante la manifestazione: “In
questi ultimi giorni abbiamo assistito all’ennesimo stillicidio di
dichiarazioni, prese di posizione e accuse per avere presidiato la legalità in
occasione di servizi di ordine pubblico difficili e delicati. Di fronte a questi
gruppi organizzati con copertoni, travisamenti e quant’altro in previsione di
uno scontro programmato con le forze dell’ordine – chiaro il riferimento ai
“giovani” dei Centri sociali n.d.r. -, i responsabili
nazionali dell’ordine pubblico hanno lasciato i poliziotti ancora una volta da
soli a fronteggiarli. In più, con tutto l’acume che contraddistingue chi non è
mai entrato in una curva allo stadio, sono state varate direttive che scaricano
ancora una volta sulla polizia oneri e compiti impropri.”
“Troppo facile”
prosegue ancora il comunicato “processare le Forze
dell’Ordine attraverso filmati visionati comodamente in poltrona! Contro
l’abitudine di scaricare le responsabilità nei confronti di chi si trova in
piazza a fronteggiare emergenze difficili, rischiando la vita, il Sap respinge
la sfida. Invece di sostenere una gestione dell’ordine pubblico che si fondi sul
dialogo e sul rispetto della legge e delle istituzioni, la classe politica
continua a rimanere inerte.”
Il corteo, partito dalla Questura genovese verso le quattro del
pomeriggio, ha attraversato piazza della Vittoria, via Cadorna proseguendo poi
per via XX Settembre, piazza De Ferrari, via Roma per poi concludersi in Largo
Lanfranco, sede della Prefettura, dove si sono tenuti alcuni comizi dei
dirigenti sindacali intervenuti alla manifestazione di protesta.
Un corteo, silenzioso e composto, che ha ricevuto numerose e
inaspettate manifestazioni di stima e di comprensione dei cittadini genovesi
che, distogliendosi momentaneamente dallo shopping del sabato pomeriggio, hanno
applaudito lungamente gli appartenenti alle Forze dell’Ordine in corteo.
Più di trenta gli striscioni portati in corteo; tra essi
spiccavano quelli della segreteria provinciale di Genova e della segreteria
regionale Liguria del Sappe.
Agli appartenenti alle Forze dell’Ordine si è anche unito un
gruppo di abitanti del Centro Storico di Genova, zona in cui l’emergenza
criminalità è purtroppo all’ordine del giorno.
Sul
palco allestito davanti alla Prefettura per il comizio conclusivo ha preso la
parola Maurizio Tonelli, vice segretario nazionale del Sap, che ha ringraziato i
tanti colleghi intervenuti alla manifestazione e ha puntato il dito contro la
classe politica “che non si assume le proprie
responsabilità e le scarica su di noi.”
Massimo Valeri, segretario provinciale del Siap, ha definito “inutili e
vergognosi” gli attacchi alle forze dell’ordine dopo i disordini alla
stazione ferroviaria di Genova Principe e ha voluto sottolineare l’importanza
dell’unità dimostrata dai sindacati autonomi dei vari Corpi di Polizia per il
buon esito della manifestazione.
Intervenendo a nome del Sappe, ho preliminarmente espresso la “totale e
incondizionata solidarietà ai colleghi della polizia di stato” del VI°
Reparto Mobile, impiegati nel servizio di ordine pubblico, colpevolizzati
ingiustamente per avere difeso le leggi dello Stato e per avere mantenuto
l’ordine in una situazione estremamente precaria per la sicurezza pubblica e per
i cittadini che quella mattina erano presenti alla stazione ferroviaria di
Principe.
Ho
espresso il disagio della Polizia penitenziaria per le precarie condizioni di
lavoro nel carcere di Marassi, “in cui di giorno un solo agente sorveglia un
piano detentivo con 80 detenuti e di notte, lo stesso agente, vigila, sempre da
solo, due piani con 150 detenuti, con gravi rischi di incolumità personale e di
sicurezza del penitenziario”, recriminando anche che “gli Enti locali, e
in particolare la Regione Liguria, non hanno avuto la sensibilità di avviare a
concreta soluzione i problemi abitati delle Forze dell’Ordine, attraverso
l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica come invece è stato
fatto recentemente in Lombardia”, considerato che una considerevole parte
dello stipendio di un tutore dell’Ordine impiegato nel Nord Italia, e a Genova
in particolare, è speso per affitti di case esosi.
L’intervento conclusivo è stato del segretario nazionale del Sap, Giovanni
Paladini, che ha attaccato i vertici della polizia di Stato e del ministero
dell’Interno: “Siamo qui per dire forte e chiaro che non siamo più
disponibili a pagare in silenzio per colpe non nostre, che vogliamo leggi e
direttive chiare da applicare sempre e nei confronti di tutti. Di fronte a
situazioni difficili e delicate per l’ordine pubblico come quelle di Milano,
Napoli e Genova” – ha aggiunto – “i vertici
tecnico-politici che amministrano la sicurezza a livello locale e nazionale
hanno pensato bene di nascondersi. Non è possibile lasciare noi come unico
terminale di responsabilità per tutto quello che attiene la sicurezza di uno
Stato democratico.”
E
ancora, intervenendo nel merito delle ultime soluzioni adottate per contrastare
la comparsa di striscioni provocatori nelle curve degli stadi, Paladini ha
liquidato la questione come “il frutto di una logica
che scarica sull’ultimo terminale, la polizia appunto, tutte le inadempienze.
Nessuno chiama le società di calcio alle loro responsabilità, mentre i rischi
sono tutti i nostri.”
Uno
striscione, più di tutti, esprimeva il vero senso della manifestazione, nata a
difesa di quel bene irrinunciabile per qualsiasi civile comunità che è l’ordine
pubblico e la sicurezza dei cittadini, e il sentimento dei circa 600
appartenenti alle Forze dell’Ordine che vi hanno partecipato: “Umiliati,
dimenticati, delusi, ma sempre con i cittadini, a difesa dei cittadini”.
|